Un nuovo mistero appassiona i ricercatori.
Che l’universo si confermi sempre più un mistero è cosa ben risaputa dagli scienziati che lo stanno studiando.
A conferma di ciò è intervenuto un nuovo grande quesito che sta ingaggiando i ricercatori impegnati nello studio della parte più antica del nostro spazio-tempo.
I telescopi e i calcoli degli studiosi ci permettono di esplorare i corpi celesti distanti da noi circa 13 miliardi di anni-luce. Il che corrisponde a “vedere” gli oggetti celesti com’erano qualche minuto dopo il Big-Bang.
In questa affascinante zona sono state notate delle galassie che secondo tutte le teorie fino ad oggi elaborate, non dovrebbero essere così grandi. I calcoli su cui si reggono tutte le nostre attuali conoscenze sulla formazione dell’universo non prevedono infatti che si possano essere formati agglomerati di materiale in quella misura.
È un dato che sconvolge non solo le teorie astro-fisiche, ma investe tutti i campi e tutte le discipline scientifiche. Si tratterebbe infatti di rivoluzionare ogni nostra conoscenza sulla formazione delle particelle o almeno le caratteristiche e le loro capacità di interazione tra loro.
Le misure astronomico-temporali
La differenza tra ciò che è stato riscontrato e ciò che abbiamo sempre creduto, è enorme. Basti pensare che troviamo una galassia a circa 500 milioni di anni dal Big-Bang, mentre di quelle dimensioni abbiamo sempre pensato potesse formarsi più o meno ai nostri giorni o relativamente poco prima.
. …Le nostre capacità di osservazione si sono spinte fino a 1,8 milioni di anni dal Big-Bang con il Large Binocular Telescope Observatory che si trova in cima al Monte Graham, nell’Arizona sudorientale.
Se pensiamo che la quinta era dopo il Big-Bang, la fine dell’era elettrodebole, avvenne a un miliardesimo di secondo dalla “grande esplosione”, e l’universo misurava circa 1 miliardo di Km., possiamo sostenere che siamo in grado di vedere l’universo com’era meno di un miliardesimo di secondo dopo la sua nascita. Per inciso la temperatura a quel tempo era di circa 1 milione di miliardi di gradi Celsius.
Queste nuove scoperte porteranno quasi sicuramente a modificare molto le nostre concezioni dell’universo. E forse anche quelle della materia stessa. È pur vero che cosa accadde in quel miliardesimo di secondo in cui si sono avvicendate le prime quattro ere dell’universo, ancora non possiamo constatarlo con i nostri strumenti.